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(A) SOCIAL NETWORK … IL PROGETTO SPIEGATO DAGLI ALUNNI

Breve intervista ai piccoli protagonisti del dibattito sull’uso dei social

Al termine dell’incontro/dibattito che gli alunni e i genitori hanno avuto, lunedì 29 febbraio, con il vice questore Fabrizio Gargiulo sui temi legati all’uso o all’abuso dei social, i giornalisti dell’emittente televisiva Tele Dehon hanno intervistato i piccoli protagonisti dell’evento sul progetto.

Ecco le loro risposte.

  • Qual è lo scopo di questo progetto?

Noi alunni delle classi quinte A- C- E, giunti alla fine del nostro percorso scolastico nella scuola primaria, abbiamo deciso di realizzare, con le insegnanti, un progetto didattico di cinema – teatro – danza che ci aiuti a stimolare le nostre capacità relazionali e a sviluppare la nostra espressività corporea attraverso l’immagine e il movimento. Questo percorso sarà attuato con la collaborazione delle esperte Flora e Clelia Tesoro e si concluderà con la realizzazione di uno spettacolo intitolato (A)SOCIAL NETWORK. Tale tematica nasce dal desiderio di educare noi bambini ad un approccio consapevole dell’uso dei social network.

  • Perché si chiama (A)SOCIAL NETWORK e perché questo incontro con la Polizia di Stato?

Questo progetto si chiama (A)Social Network perché i Social, anche se ci consentono di ampliare le amicizie virtuali, se usati in modo inadeguato ed eccessivo, ci portano, inavvertitamente, ad isolarci da coloro che ci sono più vicini e che sono reali.

Abbiamo chiesto l’aiuto della Polizia di Stato per farci spiegare quali sono i rischi che noi bambini corriamo quando navighiamo su Internet senza il controllo degli adulti, per chiedere loro come comportarci quando ci troviamo di fronte a situazioni che non ci convincono e anche per chiedere se esistono siti per noi sicuri, adatti cioè alla nostra età.

  • In che modo utilizzi i social-network?

Noi utilizziamo i social network per conversare con i compagni, inviare foto e condividere con loro alcune nostre esperienze. WhatsApp è l’unico social network che noi bambini usiamo frequentemente perché non richiede l’inserimento dei nostri dati. I nostri insegnanti e i nostri genitori, infatti, ci hanno spiegato il pericolo che comporta mettere in rete i propri dati personali.

L’auspicio di noi educatori è che il dibattito abbia contribuito ad una maggiore consapevolezza dei rischi insiti nell’utilizzo improprio della rete e dei social network.

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