Sfilata di abiti interreligiosi tra suoni e colori
Viaggio attraverso la moda nella Bibbia tra usanze, cultura e tradizioni
Strano titolo? No, di certo. E’ il risultato di un attività formativa svolta nell’ora di religione su:“la simbolica del vestito nelle religioni”, articolata nei seguenti ambiti: Abbigliamento e moda nella Bibbia; Le diverse sfumature che assume il vestito nell’Antico e Nuovo Testamento; L’abbigliamento tipico delle persone che professano le religioni presenti in Asia: Induismo, Buddismo e Islamismo.
Questo percorso ha visto innanzitutto impegnate, con interesse ed entusiasmo, tutte le classi della Secondaria di I Grado dell’Istituto Comprensivo “G.Verdi-P. Cafaro” in gruppi di lavoro, nelle diverse fasi, e che ha permesso loro non solo di acquisire ricchezza culturale, ma di scoprire il senso dell’uso di abiti rituali o di qualche elemento distintivo, presenti in ogni fede, imparando a guardare gli altri e, attraverso il vestito, la loro identità.
“Se vuoi entrare in un altro mondo religioso, hai bisogno di un amico che ti accompagni. Questo non ti allontanerà dal Cristianesimo, anzi, renderà il tuo essere cristiano più profondo. Non avere paura dello straniero.(Card. Maria Martini). Cosa vuol dire allora vestire ed essere vestiti? E il tipo di vestito che significato porta in sé?
La verità è che noi umani nasciamo nudi e la nudità esprime la nostra fragilità, come ci ricorda Genesi 3 a proposito di Adamo ed Eva, nei confronti dei quali è Dio che confeziona tuniche di pelle, abiti preziosi e resistenti, per indicare l’appartenenza dell’umanità alla famiglia di Dio.
La nudità dice la nostra natura, è come una vocazione alla cultura, chiamata a dare ai nostri corpi un linguaggio, un’eloquenza.
Perciò, noi siamo parola, non solo con la nostra bocca e i nostri gesti, ma innanzitutto attraverso ciò che scegliamo di mettere sul nostro corpo nudo: un mantello, un vestito, una collana, un bracciale o semplicemente un tatuaggio… perchè la nudità ricevuta dalla natura sia letta dagli altri, diventi cultura attraverso la quale esprimiamo veramente la nostra soggettività.
Oggi più che mai siamo chiamati, di fronte all’irruzione dei mille volti dell’altro a rifiutare quel senso di parzialità, disagio o insicurezza e inquietudine da cui molto spesso siamo assaliti, a sentirci parte di un tutto, a vedere l’altro come membro della famiglia umana e quindi comunità di popoli e a mettere in atto comportamenti finalizzati a vivere il presente con la consapevolezza di essere responsabili del futuro del mondo.
Ciò si traduce con vestiti, per usare una metafora volti alla promozione di gesti, di stili di vita aperti al futuro di qualsiasi essere umano, all’impegno a costruire attraverso l’accoglienza, l’apertura all’altro, con sospensione di giudizio, e il confronto con culture diverse un mondo che sia abitabile e vivibile per le generazioni future, sviluppando così le categorie dell’incontro, della coabitazione e della cooperazione.
A completamento di questo viaggio meraviglioso, nel quale si è registrata l’acquisizione di Competenze digitali, sociali e civiche, imparare ad imparare, consapevolezza ed espressione culturale, la Comunità Scolastica ha presentato, il 03/06/19, al Dirigente Scolastico, dott.ssa Grazia Suriano e ai genitori, nell’ambito dell’Open Week, le finalità e la ricchezza che ne è conseguita dagli elaborati di gruppo degli alunni rappresentanti di tutte le classi (cartelloni,brochure, dossier, presentazioni in ppt e una sfilata di vestiti rappresentanti le diverse religioni accompagnati da brani eseguiti dal docente di chitarra classica, prof. Tommaso Di Chio insieme ad alcuni alunni della classe 1C.
Che dire? Un’esperienza senz’ombra di dubbio educativa, significativa e formativa ma che ha lasciato una consegna a tutti: stare nel cammino della vita, imparando ad assaporarla, nella convivialità delle differenze, al fine di sviluppare un maturo senso critico e un autentico progetto di vita.
Prof.ssa Maria Miracapillo